Un'analisi di The Economist (pubblicata all'inizio del 2011) ha scoperto che tra le 10 economie mondiali che sono cresciute più rapidamente, ben 6 si trovano nell'Africa sub-sahariana.
L'unico Paese BRIC nella Top Ten è la Cina, al secondo posto dopo l'Angola. Gli altri 5 'sprinter' (o velocisti) sono: Nigeria, Etiopia, Mozambico e Rwanda, tutti con tassi di crescita dell'8% e oltre. Nei 2 decenni prima del 2000, la classifica era composta da 9 Paesi asiatici e una sola economia africana, l'Uganda.
Nel corso dei prossimi 5 anni, l'Africa potrebbe passare in vantaggio. Ovvero, l'economia media africana sorpasserà la controparte asiatica.
O almeno dovrebbe. Le economie più povere hanno più potenziale per crescere e recuperare. Lo scandalo è stato che, in passato, il PIL pro-capite africano è diminuito per così tanti anni. Nel 1980, gli africani avevano un reddito medio pro-capite quasi 4 volte più alto di quello cinese. Oggi, i cinesi sono 3 volte più ricchi. La crescita demografica in Africa rallenta l'incremento del reddito pro-capite, anche se quest'ultimo è comunque cresciuto a un tasso annuo del 3% sin dal 2000, quasi due volte più velocemente rispetto alla media globale.
A favorire i cambiamenti in Africa sono stati principalmente la crescente domanda cinese di materie prime, l'afflusso di investimenti diretti esteri (specie dalla Cina), gli aiuti esteri e la riduzione del debito. L'urbanizzazione e l'aumento dei redditi alimentano una crescita della domanda interna più veloce.
Di ostacoli al progresso dell'Africa ce ne sono ancora tanti: l'instabilità politica, il debole stato di diritto, la corruzione cronica, il blocco infrastrutturale, i settori dell'educazione e della salute in cattivo stato.
Senza riforme, l'Africa non sarà in grado di sostenere una crescita più rapida. Ma le sue “economie-leone” si stanno guadagnando un posto di tutto rispetto accanto alle tigri asiatiche.
Fonte: The Economist
Complimenti alla Signora Africa:)
RispondiElimina