Per le strade dell'Avana sta succedendo qualcosa che non si vedeva da tempo: piccole imprese private stanno spuntando qui e là come funghi.
È il risultato della prima importante scossa al modello economico di tipo sovietico, vigente a Cuba sin dagli anni Sessanta, ma da tempo in crisi. Nell'isola, parlare di 'imprese privata' non è più il tabù di una volta.
Nella Cuba comunista, l'85% della popolazione è impiegata dallo Stato. Ma adesso il governo sta emettendo 250.000 licenze per gli aspiranti imprenditori. L'interesse all'iniziativa è enorme.
I nuovi imprenditori
Fino a qualche tempo fa, la signora Lazara lavorava presso un'azienda statale. Adesso ha un piccolo negozio e vende copie pirata di DVD e CD. “Non diventerò mai una milionaria, ma quest'attività è sufficiente per andare avanti tranquilla” dice alla BBC News.
Un'altra novità consiste nel poter affittare la propria casa alle piccole imprese.
Eddy Callejas ha messo in affitto la sua veranda ad alcuni venditori. E ha appena noleggiato un libro per la prima volta nella sua vita, proprio da uno dei suoi inquilini-imprenditori.
“È solo un inizio. Ho delle opzioni che non avevo mai avuto prima d'ora. Posso avere il mio proprio lavoro e mantenere la previdenza sociale. È un'ottima idea” spiega Eddy.
Su una via dell'Avana ci sono vari bar che vendono bibite, pasticcini e panini. Alcuni sono frutto dell'imprenditoria privata, molti sono sovvenzionati dallo Stato. La competizione in quest'economia mista sarà – con ogni probabilità – molto feroce.
Il governo ha promesso di agevolare il micro-credito e l'accesso all'offerta all'ingrosso. Ma se nelle economie sviluppate circa la metà delle nuove società falliscono nel loro primo anno di vita, questa cifra potrebbe essere molto più alta qui a Cuba.
Comunque vada, tutto questo segna un importante cambiamento ideologico dal passato.
“La maggior parte dei cubani non ha mai conosciuto un concittadino capitalista o un piccolo imprenditore, perché sono nati in questo sistema” dice Rafael Hernandez, direttore della rivista Temas. “Credo che sia arrivata l'ora di ripensare il nostro socialismo e di dare al settore non-statale l'importanza che merita. Fa parte di noi”.
È ora di voltare pagina?
Poco dopo la rivoluzione del 1959, Fidel Castro ha iniziato a espropriare tutte le principali industrie, banche e fattorie, gran parte delle quali erano di proprietà americana. Dieci anni più tardi, è andato oltre, nazionalizzando tutti i lavori. Dai barbieri ai muratori, dai dottori agli spazzini, tutti ricevevano lo stesso salario.
L'obiettivo era quello di creare un uomo nuovo, basato sugli incentivi morali, non monetari. È stato un esperimento molto caro.
Oggi, i salari sono bassissimi, appena $20 (€14) al mese. In cambio, lo Stato si occupa di tutto, dalla salute, all'istruzione, fino al razionamento alimentare tramite la tessera annonaria.
Senza incentivi, la produttività è bassa. Inoltre, in questi tempi di difficoltà economica, il governo non riesce più a permettersi un'assistenza pubblica così generosa.
Il primo Congresso del Partito Comunista sin dal 1997 è stato lanciato proprio in questi giorni per ratificare una serie di cambi proposti dal Presidente Raul Castro, molti dei quali potrebbero essere dolorosi.
Vari sussidi, inclusa la tessera del razionamento alimentare, verranno eliminati gradualmente, e più di un milione di lavoratori potrebbero perdere il lavoro finora garantito dallo Stato.
La promozione del lavoro autonomo fa parte di un pacchetto di riforme più ampio, mirato a rilanciare l'economia di stato stagnante.
Fonte: BBC News
È il risultato della prima importante scossa al modello economico di tipo sovietico, vigente a Cuba sin dagli anni Sessanta, ma da tempo in crisi. Nell'isola, parlare di 'imprese privata' non è più il tabù di una volta.
Nella Cuba comunista, l'85% della popolazione è impiegata dallo Stato. Ma adesso il governo sta emettendo 250.000 licenze per gli aspiranti imprenditori. L'interesse all'iniziativa è enorme.
I nuovi imprenditori
Fino a qualche tempo fa, la signora Lazara lavorava presso un'azienda statale. Adesso ha un piccolo negozio e vende copie pirata di DVD e CD. “Non diventerò mai una milionaria, ma quest'attività è sufficiente per andare avanti tranquilla” dice alla BBC News.
Un'altra novità consiste nel poter affittare la propria casa alle piccole imprese.
Eddy Callejas ha messo in affitto la sua veranda ad alcuni venditori. E ha appena noleggiato un libro per la prima volta nella sua vita, proprio da uno dei suoi inquilini-imprenditori.
“È solo un inizio. Ho delle opzioni che non avevo mai avuto prima d'ora. Posso avere il mio proprio lavoro e mantenere la previdenza sociale. È un'ottima idea” spiega Eddy.
Su una via dell'Avana ci sono vari bar che vendono bibite, pasticcini e panini. Alcuni sono frutto dell'imprenditoria privata, molti sono sovvenzionati dallo Stato. La competizione in quest'economia mista sarà – con ogni probabilità – molto feroce.
Gli ostacoli
Con la nuova legislazione, gli imprenditori possono assumere un numero limitato di lavoratori, ma in cambio devono pagare delle tasse molto pesanti allo Stato. Inoltre, c'è molta burocrazia e una serie di altre imposte che gravano sulle nuove imprese private. Il governo ha promesso di agevolare il micro-credito e l'accesso all'offerta all'ingrosso. Ma se nelle economie sviluppate circa la metà delle nuove società falliscono nel loro primo anno di vita, questa cifra potrebbe essere molto più alta qui a Cuba.
Comunque vada, tutto questo segna un importante cambiamento ideologico dal passato.
“La maggior parte dei cubani non ha mai conosciuto un concittadino capitalista o un piccolo imprenditore, perché sono nati in questo sistema” dice Rafael Hernandez, direttore della rivista Temas. “Credo che sia arrivata l'ora di ripensare il nostro socialismo e di dare al settore non-statale l'importanza che merita. Fa parte di noi”.
È ora di voltare pagina?
L'obiettivo era quello di creare un uomo nuovo, basato sugli incentivi morali, non monetari. È stato un esperimento molto caro.
Oggi, i salari sono bassissimi, appena $20 (€14) al mese. In cambio, lo Stato si occupa di tutto, dalla salute, all'istruzione, fino al razionamento alimentare tramite la tessera annonaria.
Senza incentivi, la produttività è bassa. Inoltre, in questi tempi di difficoltà economica, il governo non riesce più a permettersi un'assistenza pubblica così generosa.
Il primo Congresso del Partito Comunista sin dal 1997 è stato lanciato proprio in questi giorni per ratificare una serie di cambi proposti dal Presidente Raul Castro, molti dei quali potrebbero essere dolorosi.
Vari sussidi, inclusa la tessera del razionamento alimentare, verranno eliminati gradualmente, e più di un milione di lavoratori potrebbero perdere il lavoro finora garantito dallo Stato.
La promozione del lavoro autonomo fa parte di un pacchetto di riforme più ampio, mirato a rilanciare l'economia di stato stagnante.
Fonte: BBC News
Nessun commento:
Posta un commento